Lestrade e lo Squartatore (Il Giallo Mondadori) by M.J. Trow

Lestrade e lo Squartatore (Il Giallo Mondadori) by M.J. Trow

autore:M.J. Trow [Trow, M.J.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-09-06T12:00:00+00:00


8

L’agente russo

La nebbia non si diradò per tutto il giorno, e così Lestrade fu costretto ad aprirsi un varco, incespicando tra assi e mattoni, nel cortile di George Lusk in Alderney Street.

— Il pacchetto è questo — disse il truce impresario edile all’ispettore di Scotland Yard. — L’hanno fasciato in un modo che ha del misterioso.

Lestrade osservò il suo agente che stava già armeggiando con lo spago.

— È una scatola, signore — fu il verdetto dell’agente. Le capacità intellettive delle forze dell’ordine stavano salendo decisamente di livello, pensò Lestrade senza il minimo dubbio. — Oh, accidenti! — L’agente lasciò quasi cadere il pacchetto per la ripugnanza, ma Lestrade fu più rapido e sbirciò all’interno.

— È un rene — disse Lusk con aria trionfale.

— Davvero? — chiese Lestrade, che ovviamente si era perso la lezione dedicata a quel particolare organo. — Quando è arrivato il pacchetto?

— Due giorni fa, con la posta serale. C’era anche questo biglietto. — Lusk consegnò a Lestrade un pezzo di carta appallottolato e l’ispettore lesse: “Signore, le mando metà del rene che ho preso da una donna l’ho conservato per lei l’altro pezzo l’ho fritto e l’ho mangiato era molto buono. Magari le mando anche il coltello insanguinato con cui l’ho tolto se aspetta ancora un po’. Firmato Mi acciuffi se ci riesce signor Lusk”.

Quel biglietto non era l’opera di Cherak Singh, nonostante la quasi totale assenza di punteggiatura. Lestrade non aveva bisogno della consulenza dell’esperto di Scotland Yard per capire ciò che era ovvio. Una persona illetterata non avrebbe mai scritto parole come “donna”, “fritto” e “coltello” rispettando tutte le doppie. Chiaramente, era solo uno scherzo, simile ai tanti già arrivati a Scotland Yard. Ma quel rene non poteva essere ignorato.

— Ha ricevuto altre lettere? — chiese Lestrade.

— Dozzine — sputò Lusk. — E ho visto anche un tipo sospetto qui intorno.

— Non manca niente? — chiese Lestrade, anche se dall’aspetto del cortile sarebbe stato impossibile dirlo.

— Niente — gli assicurò Lusk. — Non è sparito neppure un chiodo.

— Ha notato qualcuno in particolare?

— L’altra notte, sì. Un tipo alto, che aveva l’aspetto di un gentiluomo.

— E lei cos’ha fatto?

— Gli ho sparato addosso senza pensarci un attimo.

— Ha una pistola?

— E chi non ce l’ha, con voi che girate costantemente a vuoto? — Lusk era sbalordito da quella domanda. — Quanta gente ha arrestato il signor Abberline fin qui? Cento persone? Centodieci?

— Le va di fare due passi, signor Lusk? — propose Lestrade, ignorando la domanda dell’altro.

— Va bene. Dove si va?

— A vedere un mio amico al Museo patologico dell’ospedale di Londra.

— Un museo? Mi faccia il piacere! Ne ho avuto abbastanza di quella roba già da quando ero un bambino.

— Non voglio forzarla a seguirmi — disse Lestrade — ma avrò bisogno di prendere tutti i materiali probatori. — Afferrò scatola, lettera e rene e augurò una buona giornata a Lusk. — Agente — disse, fermandosi al cancello — consegni questa lettera al signor Wensley in Leman Street. Vede cosa riesce a tirarne fuori lui.



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